Agrimetano

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La Storia

DALLA PASSIONE DEL MARE A QUELLA DELLA CAMPAGNA

Dalla passione del mare a quella della campagna; si potrebbe riassumere così il cambiamento radicale di vita di Vincenzo Pottino.

Da fondatore di un noto Club Siciliano, Albaria, dove ha percorso tutte le tappe di uno sportivo, diventando Vice Campione Europeo in Olanda e poi Campione Mondiale in Sud Africa, nella famosa classe Windsurfer, passando poi attraverso una lunga carriera dirigenziale che lo ha visto presidente regionale e poi consigliere nazionale della Federazione Italiana Vela e Presidente della Classe Internazionale Windsurfer; Vincenzo Pottino approda nel 1992 nella azienda di famiglia situata nelle Madonie in Sicilia.

DALLA PASSIONE DEL MARE A QUELLA DELLA CAMPAGNA

Dalla passione del mare a quella della campagna; si potrebbe riassumere così il cambiamento radicale di vita di Vincenzo Pottino.

Da fondatore di un noto Club Siciliano, Albaria, dove ha percorso tutte le tappe di uno sportivo, diventando Vice Campione Europeo in Olanda e poi Campione Mondiale in Sud Africa, nella famosa classe Windsurfer, passando poi attraverso una lunga carriera dirigenziale che lo ha visto presidente regionale e poi consigliere nazionale della Federazione Italiana Vela e Presidente della Classe Internazionale Windsurfer; Vincenzo Pottino approda nel 1992 nella azienda di famiglia situata nelle Madonie in Sicilia.

E’ un cambiamento radicale che però ha in comune alla precedente esperienza sportiva, l’amore per la natura e per le sfide.

Decide così di recuperare la vecchia struttura aziendale dell’antico feudo, una masseria settecentesca, per destinarla ad attività ricettiva. Nel 1992 inizia questo lungo restauro che termina, parzialmente, nel 1995. Successivamente amplierà la Masseria, realizzando un maneggio, un campo da tennis, una piscina ed infine un centro benessere.

Da subito la struttura agrituristica ottiene un buon risultato in termini di clientela soprattutto straniera.

E’ un cambiamento radicale che però ha in comune alla precedente esperienza sportiva, l’amore per la natura e per le sfide.

Decide così di recuperare la vecchia struttura aziendale dell’antico feudo, una masseria settecentesca, per destinarla ad attività ricettiva. Nel 1992 inizia questo lungo restauro che termina, parzialmente, nel 1995. Successivamente amplierà la Masseria, realizzando un maneggio, un campo da tennis, una piscina ed infine un centro benessere.

Da subito la struttura agrituristica ottiene un buon risultato in termini di clientela soprattutto straniera.

Sensibilità verso le colture biologiche

Si era già sviluppata la sensibilità verso la creazione di colture biologiche, molto apprezzate dagli stranieri, che potevano così godere di un cibo di qualità e sano, preparato nel ristorante dell’Azienda Agrituristica. Venne realizzata così una stalla per l’allevamento semibrado di animali da carne (vacche) e da latte (pecore), un minicaseificio per la trasformazione del latte aziendale, un mini oleificio per la trasformazione delle olive aziendali e si iniziò ad utilizzare lo stallatico degli animali per concimare l’oliveto e l’orto aziendali.

Nel 2012 Vincenzo Pottino fù attratto dallo svilupparsi di nuovi impianti di biogas che oltre a rappresentare una opportunità di diversificazione delle attività agricole, lo interessarono per l’utilizzo finale dello scarto di questo processo (il digestato), come concime per le sue coltivazioni biologiche. Nel 2013, dopo avere lungamente valutato questi nuovi impianti, decise di realizzare un piccolo impianto di biogas, alimentato da colture aziendali (la sulla) e da sottoprodotti aziendali e di altre aziende limitrofe (sanse, siero di latte, pollina, pastazzo di agrumi, scarti della lavorazione del grano e della sulla, polpa di fichi d’india e scarti della lavorazione del melograno, purea di dattero, ecc.).

Il digestato venne utilizzato per la concimazione dei seminativi, dell’oliveto e dell’orto e da subito si iniziarono a vedere i  vantaggi in termini di aumento della produzione e soprattutto della qualità.

Ma la mission non finì lì; alcuni dei sottoprodotti destinati all’impianto, erano conferiti dalle aziende produttrici ma altri erano trasportati con mezzi aziendali.

Agrimetano, un'azienda sostenibile

Per veramente essere una azienda che chiude il cerchio della sostenibilità, nasce così l’idea, di realizzare un piccolo impianto di upgrading per trasformare la sovraproduzione di biogas, in metano da destinare ai fabbisogni aziendali (l’agriturismo, il caseificio, gli alloggi dei lavoratori agricoli, il maneggio, la piscina il centro benessere, ecc. ecc.), all’abbattimento dell’uso del gasolio per il mezzo con il quale vengono ritirati i sottoprodotti (trasformandolo in bifuel, gasolio-metano, grazie alla tecnologia della ecomotive) e per la vendita del biometano attraverso la realizzazione  di una colonnina per l’erogazione al pubblico.

Da questa idea nasce il connubio con la Aerides, azienda già specializzata nella costruzione di impianti di compressione del gas, che decide, attraverso due sognatori che si uniscono in questa sfida comune (l’Ing. Franco Zanarini e Vincenzo Pottino), di realizzare un impianto di upgrading per trattare quantità di biogas variabili (da 20 a 150 smc/h), integrabili con impianti di biogas esistenti ma soprattutto modulari (con la possibilità di potere eventualmente incrementare la produzione, aggiungendo un altro biodigestore. Ma la vera mission è quella di fare un prodotto economico sia nella produzione che nella gestione.

Nasce così il primo impianto di biometano di piccole dimensioni, dotato di uno skid di purificazione del biogas, di un container per la compressione e lo stoccaggio del metano ed una colonnina di erogazione del metano per la mobilità di mezzi leggeri e pesanti (auto e camion).

Il cerchio si chiuderà veramente quando questo impianto riuscirà a trasformare il CNG (gas naturale compresso) in LNG (gas naturale liquefatto) destinato prevalentemente ai mezzi pesanti che così potrebbero notevolmente abbattere le emissioni e soprattutto divenendo il carburante veramente green, essendo generato interamente attraverso un processo del tutto naturale e senza che per questo vengano realizzati componenti (le batterie nel caso dei mezzi a propulsione elettrica) che a fine vita rappresenterebbero un vero problema di impatto ambientale.

Ma per questo l’Ing. Zanarini è già al lavoro per la produzione di un piccolo impianto di produzione di LNG da 4mc/h di biometano liquefatto che in 3 giorni potrebbe produrre 576 litri di BioGNL. Realizzando un piccolo serbatoio criogenico da 1000 litri, sarebbe possibile accumulare il GNL prodotto per poi poterlo vendere, attraverso una colonnina di LNG, alle aziende di autotrasporto.

Tutto questo a significare che gli impieghi del biogas, sono veramente molteplici e che i vantaggi possono essere molto importanti sia per chi produce, che per tutto il territorio circostante che potrebbe abbattere i costi di trasporto, in aree dove la pendolarità ed il conseguente costo di carburante, rappresentano un grosso problema allo sviluppo del territorio.

Sensibilità verso le colture biologiche

Si era già sviluppata la sensibilità verso la creazione di colture biologiche, molto apprezzate dagli stranieri, che potevano così godere di un cibo di qualità e sano, preparato nel ristorante dell’Azienda Agrituristica. Venne realizzata così una stalla per l’allevamento semibrado di animali da carne (vacche) e da latte (pecore), un minicaseificio per la trasformazione del latte aziendale, un mini oleificio per la trasformazione delle olive aziendali e si iniziò ad utilizzare lo stallatico degli animali per concimare l’oliveto e l’orto aziendali.

Nel 2012 Vincenzo Pottino fù attratto dallo svilupparsi di nuovi impianti di biogas che oltre a rappresentare una opportunità di diversificazione delle attività agricole, lo interessarono per l’utilizzo finale dello scarto di questo processo (il digestato), come concime per le sue coltivazioni biologiche. Nel 2013, dopo avere lungamente valutato questi nuovi impianti, decise di realizzare un piccolo impianto di biogas, alimentato da colture aziendali (la sulla) e da sottoprodotti aziendali e di altre aziende limitrofe (sanse, siero di latte, pollina, pastazzo di agrumi, scarti della lavorazione del grano e della sulla, polpa di fichi d’india e scarti della lavorazione del melograno, purea di dattero, ecc.).

Il digestato venne utilizzato per la concimazione dei seminativi, dell’oliveto e dell’orto e da subito si iniziarono a vedere i  vantaggi in termini di aumento della produzione e soprattutto della qualità.

Ma la mission non finì lì; alcuni dei sottoprodotti destinati all’impianto, erano conferiti dalle aziende produttrici ma altri erano trasportati con mezzi aziendali.

Agrimetano, un'azienda sostenibile

Per veramente essere una azienda che chiude il cerchio della sostenibilità, nasce così l’idea, di realizzare un piccolo impianto di upgrading per trasformare la sovraproduzione di biogas, in metano da destinare ai fabbisogni aziendali (l’agriturismo, il caseificio, gli alloggi dei lavoratori agricoli, il maneggio, la piscina il centro benessere, ecc. ecc.), all’abbattimento dell’uso del gasolio per il mezzo con il quale vengono ritirati i sottoprodotti (trasformandolo in bifuel, gasolio-metano, grazie alla tecnologia della ecomotive) e per la vendita del biometano attraverso la realizzazione  di una colonnina per l’erogazione al pubblico.

Da questa idea nasce il connubio con la Aerides, azienda già specializzata nella costruzione di impianti di compressione del gas, che decide, attraverso due sognatori che si uniscono in questa sfida comune (l’Ing. Franco Zanarini e Vincenzo Pottino), di realizzare un impianto di upgrading per trattare quantità di biogas variabili (da 20 a 150 smc/h), integrabili con impianti di biogas esistenti ma soprattutto modulari (con la possibilità di potere eventualmente incrementare la produzione, aggiungendo un altro biodigestore. Ma la vera mission è quella di fare un prodotto economico sia nella produzione che nella gestione.

Nasce così il primo impianto di biometano di piccole dimensioni, dotato di uno skid di purificazione del biogas, di un container per la compressione e lo stoccaggio del metano ed una colonnina di erogazione del metano per la mobilità di mezzi leggeri e pesanti (auto e camion).

Il cerchio si chiuderà veramente quando questo impianto riuscirà a trasformare il CNG (gas naturale compresso) in LNG (gas naturale liquefatto) destinato prevalentemente ai mezzi pesanti che così potrebbero notevolmente abbattere le emissioni e soprattutto divenendo il carburante veramente green, essendo generato interamente attraverso un processo del tutto naturale e senza che per questo vengano realizzati componenti (le batterie nel caso dei mezzi a propulsione elettrica) che a fine vita rappresenterebbero un vero problema di impatto ambientale.

Ma per questo l’Ing. Zanarini è già al lavoro per la produzione di un piccolo impianto di produzione di LNG da 4mc/h di biometano liquefatto che in 3 giorni potrebbe produrre 576 litri di BioGNL. Realizzando un piccolo serbatoio criogenico da 1000 litri, sarebbe possibile accumulare il GNL prodotto per poi poterlo vendere, attraverso una colonnina di LNG, alle aziende di autotrasporto.

Tutto questo a significare che gli impieghi del biogas, sono veramente molteplici e che i vantaggi possono essere molto importanti sia per chi produce, che per tutto il territorio circostante che potrebbe abbattere i costi di trasporto, in aree dove la pendolarità ed il conseguente costo di carburante, rappresentano un grosso problema allo sviluppo del territorio.

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